Questo sito utilizza cookie tecnici e di profilazione propri e di terze parti per le sue funzionalità e per inviarti pubblicità e servizi in linea con le tue preferenze. Chiudendo questo banner, scorrendo questa pagina o cliccando qualunque suo elemento acconsenti all’uso dei cookie.

Storia

Isorelle, frazione del comune di Savignone, per tutti “la Filanda” perché lì allora esisteva un prospero e laborioso cotonificio, fine settembre 1968, un gruppo di amici, uomini e donne, si incontrano, tra loro il parroco del paese Don Adriano Fasce, si ride si scherza, si canta. Di lì nasce il desiderio di fare sul serio, ci vorrebbe un qualcuno che conoscesse la musica, Don Adriano si mette in moto, ha un sacco di conoscenze, lui, parroco e insegnante, infine pesca il jolly; a Bolzaneto nella chiesa di San Francesco, c’è un frate, Padre Tarcisio Raimondo, è nativo di Priocca d’Alba, ha studiato musica e armonia, a Susa ha anche diretto dalla fondazione al 1964 il coro Alpi Cozie.

 

17 ottobre 1968, si prova! Si individuano le voci, si fa conoscenza con uno spartito, le note, si canta”…va l’alpin sulle alte cime…” c’è entusiasmo voglia di imparare, voglia di stare insieme… inizia l’avventura.

Nei mesi seguenti il gruppo si rimpingua, ormai la voce si è sparsa: “..a Isorelle stanno mettendo su un coro”, si aggiungono appassionati da vari comuni della Valle Scrivia, si comincia a delineare un repertorio, ci sono i canti sacri, quelli popolari e i canti degli alpini…Come? Le donne che cantano i canti degli alpini? Sarà un’altra rivoluzione in quegli anni di forti cambiamenti? Dapprima la cosa suscita qualche perplessità poi solo ammirazione e consensi, un giornale locale titola: “Anche le donne cantano le nenie degli alpini”.

 

Padre Tarcisio Raimondo, direttore della Corale, nonostante i molteplici impegni che il suo apostolato di parroco gli impone, riesce a far crescere il gruppo non solo musicalmente e tecnicamente ma riesce a trasmettergli quei valori che derivano dalla sua cultura francescana, uno su tutti la fraternità, riesce a creare un gruppo che ama stare insieme (mitiche le “ribotte”, ogni occasione è buona per far festa), e che individua nel canto il modo per far giungere agli altri sprazzi di gioia e d’amore.

Da qui le innumerevoli “buone azioni” che la Corale compie ogni anno andando a cantare nelle case di cura o negli istituti per anziani e dove più di ogni parola vale il sorriso che sgorga spontaneo durante un canto allegro o la malinconica lacrima che scende sul viso dell’anziano all’ascolto di una melodia che ricorda una gioventù oramai passata.

Altrettanto indimenticabili gli incontri con i bambini, nelle scuole dove si concilia la teoria musicale con la pratica, dove occhi increduli e stupiti osservano con attenzione le voci che mostrano come nasce un brano polifonico.

Emozioni ne ha vissute tante la Corale Isorelle, le messe televisive, la S. Messa presieduta dal Beato Giovanni Paolo II nella Basilica di San Pietro, l’adunata degli alpini a Genova, con i veci alpini che si commuovevano sulle note di “Sul ponte di Perati”, l’incontro con la comunità italiana a Biel in Svizzera; ma, scusateci, le più belle emozioni sono quelle “involontarie” nate per caso, come quella sera ad Assisi, passeggiando dopo cena, ci ritrovammo tutti davanti al portone della Basilica Superiore “Ci siamo tutti, dai cantiamone una….” E poco dopo il piazzale si era gremito di gente incuriosita e compiaciuta….fuori discussione che ne cantammo più d’una.

In un gruppo che conta tante persone, le storie personali si intrecciano con quelle del coro e la partecipazione alla vita di ognuno, direbbe Giovanni Verga, diviene Corale.

Succede così che il coro si ritrova a condividere le gioie (tanti i matrimoni e i battesimi), galeotto fu pure un Concorso Nazionale dei Cori, con una nostra corista che andò sposa sulle rive del Piave, e i dolori, oramai tanti quelli che, come dicono gli alpini, “sono andati avanti.”

Nel 1998, la Corale compie trent’anni, alcune gravi perdite l’avevano colpita, e l’organico era ridotto ai minimi termini, ma la determinazione di andare avanti era tanta…poi arrivò quel venerdì sera…il miracolo… molti pensarono di aver sbagliato indirizzo…. Un gruppo di aspiranti coristi ci attendevano, erano molti, pieni di entusiasmo e curiosità….rimasero quasi tutti e ormai sono divenuti punti fermi nel nostro organico.

Nel 2003 la Corale Isorelle crea “Savignone in canto” una manifestazione che vede la partecipazione di 3 vincitori del Concorso Nazionale Cori ( Fioccorosso, Le Chardon, Valcavasia) e il genovese coro Montebianco. Il logo di “Savignone in canto” diviene il simbolo sotto il quale la Corale organizza i concerti, gli incontri con altre compagini. Altresì in questi anni si perfeziona il concerto a tema, preso un argomento o un personaggio, la sua vicenda è sottolineata dai canti, grande successo ha avuto quello studiato nel 2006 per ricordare Giovanni Paolo II.

Arriviamo al 2008, la Corale Isorelle compie 40 anni e li festeggia con molte iniziative tra cui spiccano una bella edizione del Concorso e un concerto tenutosi al teatro Govi di Bolzaneto con il coro Stella Alpina di Treviso, e con la Santa Messa la mattina seguente al Santuario della Guardia.

Portato a compimento il 40° anno di direzione, Padre Tarcisio, pur non abbandonando la famiglia della corale, dove sempre trova un approdo sicuro e ristoratore dalle fatiche che i suoi impegni pastorali e missionari gli impongono, decide di passare la mano; la direzione viene affidata a Enrico Sobrero, già prezioso collaboratore della Corale, apprezzato organista e abile direttore.

Con lui la Corale Isorelle comincia la scoperta di nuovi autori quali Marco Maièro e imposta nuovi canti. Questo percorso ha il suo coronamento a fine giugno del 2011 con la partecipazione alla 14 edizione del Festival Internazionale di Canto Corale "Alta Pusteria".

Concludendo possiamo dire che la Corale Isorelle, non è solo un coro, formato da persone profondamente appassionate e fermamente convinte che il cantare in coro non è fine a sé stesso ma servizio e dono agli altri, non professionisti che propongono il canto a livello amatoriale, quello che si fa con il cuore, quello che non procura guadagno, ma, anzi, costa fatica, soldi sborsati di tasca e sacrificio personale; la Corale è, soprattutto, un gruppo di persone, coristi e non, che si vogliono bene, al di là delle età, delle estrazioni sociali, degli studi…. È una Famiglia, la grande famiglia della Corale, che riesce a trasmettere un messaggio di coesione sana e disinteressata, in un mondo sempre più volto al protagonismo e all’individualismo.

Ecco la nostra storia, storia di gente semplice, storia semplicemente fatta di canto, amicizia, fraternità.